Il bilocale del quinto piano è un monolocale , se non fosse per l’ altezza sembrerebbe un cubo pieno di luce densa e avvolgente.
Lo misuro usando i miei passi ma mi interrompo urtando ogni oggetto.
Qui dentro lo spazio è monoporzionato, due persone non riuscirebbero a muoversi contemporaneamente tra mobili, divano e “cose” varie ed eventuali .
Un open space interamente saturato dalla roba “mia”; divano ad angolo, cuscini a terra, una ribaltina , un tavolino in vetro e ferro , una credenza da cucina in legno scuro appoggiata alla parete destra, un’ abat-jour da comodino senza comodino e un grande vaso da fiori azzurro in un angolo.
Di fronte a me, al centro della parete di fondo, vedo l’ unica fonte di luce naturale; una porta finestra affacciata su un terrazzino minuscolo e quadrato.
Ogni oggetto è stretto all’ altro generando un’ apparente accozzaglia che emana un inaspettato senso di armonia. L’ unica anomalia e’ una cabina in legno azzurro, una cabina da spiaggia posizionata nell’ angolo tra la parete di fondo e la credenza della cucina di tanti anni fa. Il color cinerino la accorda allo strano puzzle circostante. Sembra una cabina da spiaggia simile a quelle che si affittano insieme all’ ombrellone durante le vacanze al mare. Quelle cabine usurate delle spiagge del Tirreno che venivano ridipinte ogni due o tre anni ma sembravano sempre vecchie nonostante l’ odore acre di vernice fresca. E’ la toilette, la stessa del Bagno Piero, ma pulita.
Il mio curioso tentativo di orientamento nel piccolo spazio si interrompe quando mi appare una busta bianca appoggiata al tavolino di vetro , accanto ai tre libri.
La busta non e’ roba mia , e’ scritta apparentemente a mano con una penna ad inchiostro blu. Non c’ e’ il mio nome sopra ma solo un “Benvenuta!” con il suo sottotitolo ( regole ed istruzioni). Non riconosco la calligrafia ma ha qualcosa di ingenuo ed accurato.
Mi siedo a terra, come mia abitudine quando devo concentrarmi e la apro.
All’ interno un foglio bianco ripiegato in quattro parti con precisione; lo srotolo con cura e leggo .
“Benvenuta dalla Scala B. Questo e’ il suo contenitore sospeso di 42 metri quadri dotato di balconcino e cabina . Nell’ accoglierla le diamo alcune informazioni che potranno esserle utili durante la permanenza”.
Lei è la gradita ospite del quinto piano, sopra di lei c’è il sesto appartamento, sotto di lei altri quattro. La scala ha trovato lei e quindi non le sarà richiesto nessun affitto e non le sarà addebitata nessuna utenza o spesa condominiale.
Non avrà bisogno di chiavi, come è accaduto oggi la casa la riconoscerà autonomamente e la proteggerà.
Per rimanere un’ inquilina della Scala B dovrà semplicemente rispettare 7 regole che non possono essere in alcun modo ignorate o violate.
La invitiamo ad imparale a memoria.
- L’ ascensore la porterà direttamente all’ interno del suo appartamento e non consentirà mai la fermata agli altri 6 piani.
- Non dovrà mai introdurre nulla nella casa poiché la casa stessa provvederà a farle trovare tutto ciò che le può essere indispensabile ad ogni suo ingresso.
- Non c’ è cucina, qui si arriva “già mangiati”, ma nella credenza troverà sempre i suoi generi di conforto e di supporto.
- In questo spazio il passato, il presente ed un eventuale futuro convivono serenamente; nella cassettiera troverà un giradischi, un pc ed una password per connettersi alla rete 5G. Non cambi mai la password assegnata.
- All’ interno della Scala B tutti gli orologi smettono automaticamente di funzionare, il tempo avrà solo un valore percettivo. Questo le consentirà di prendersi il suo tempo senza sottrarlo al tempo che non le serve ma serve al suo scadenzario esterno. Non si stupisca quando osserverà che l’ orario di entrata corrisponderà sempre all’ orario di uscita.
- All’ interno dell’ ascensore troverà solo un pulsante a forma di T. Schiacciandolo verrà accompagnata al piano terra, il solo al quale può, desiderandolo, accedere. Vi troverà l’ edicola del “Giornale sospeso”, un piccolissimo giardino ed una panchina.
- L’ accesso al piano T è consentito al massimo a due inquilini , raggiunta tale soglia il pulsante smetterà di funzionare . Se, e quando, decidesse di accedervi porti sempre con sé 3 euro e li consegni all’ edicolante. Le porgerà ” il Giornale sospeso”, che sarà sempre un quotidiano del giorno antecedente, salvato dal reso e dal macero. Non le verrà restituito il resto ma contribuirà a salvare altri giornali e a metterli a disposizione dei condomini che non dispongono momentaneamente di moneta.
Questo è tutto quello che le occorre, il resto e’ “roba sua”; la viva finché ne sentirà il desiderio, senza porsi troppe domande, le risposte sono già tutte qui.
Buon soggiorno.
La Scala B.