BEFORE GENERATION ITALY

L’ ITALIA SPERA, RIAPRE MA RIPARTE SEMPRE DALLA OLD GENERATION ECONOMY

di Cristina Battioni

Domani, 26 Aprile l’ Italia riapre, o meglio, il Nord iperproduttivo si tinge di giallo e riapre, con le dovute precauzioni da rischio ragionato.

Non e’ cosi ma vogliamo talmente credere alla narrazione da percepirla come verosimile. Abilissima mossa mediatica collegare il 25 aprile con la riapertura e la presunta liberazione dal virus. Niente di più falso ma niente di più vendibile agli acquirenti forgiati dalla cultura nazional popolare.

Prepariamoci a festeggiare la fine della guerra; il Covid spaventato arretra, l’estate alle porte e la manna che sta per piovere dal cielo a stelle dell’ Europa benefattrice ce lo consentono. La trama ha una sceneggiatura modesta: il Salvatore scende dal cielo del capitalismo finanziario, crea un nuovo Governo di unità nazionale, elimina gli incompetenti, sostituendoli con i primi della classe (?), cambia passo alla campagna vaccinale anche in assenza di vaccini, ci libera dal male, fa scendere la curva pandemica piano piano, per non dare nell’ occhio, mentre 220 miliardi arriveranno a pioggia dissetando l’ economia appassita ed arsa.

Un nuovo piano Marshall ricostruirà il paese, porterà benessere, migliaia di nuovi posti di lavoro, strade nuove, ponti, aziende, fabbriche, ospedali moderni, tutti tecnologici ed ecosostenibili. Ecco servito l’ happy end. Applausi e commozione.

E siccome lo spot ci piace, gli crediamo e compriamo il prodotto. L’ entusiasmo talvolta prende il sopravvento sulla ragione. Conseguenza: si ricomincia da dove ci eravamo interrotti: cambieremo auto, a rate, compreremo casa, con il mutuo, acquisteremo qualunque cosa con il “pay later“; tanto stanno per pioverci addosso 220 miliardi, possiamo anche cominciare ad opzionare voli e case per le vacanze.

Ma la realtà? E’ brutta e non la mandiamo in onda.

Il 25 aprile l’ Italia festeggiava la liberazione dall’ invasore, il 26 aprile l’ invasore sarà ancora ben presente, nei respiri tra brindisi al ristorante, nei negozi, nelle scuole, nelle vie affollate dello shopping compulsivo da ergastolani graziati. Il 23 aprile il bollettino di guerra segnava 14.761 nuovi contagi e 342 morti. Con il week end di mezzo, il 26 aprile risulteranno tutti guariti e miracolosamente risorti. Il 23 aprile l’ 8,45% della popolazione aveva ricevuto due dosi di vaccino, il 20,21% la prima dose; quindi, ad oggi, il 71,34% non ha nessuna immunità. Con gigantesco cambio di passo militare sicuramente in tre giorni vaccineranno anche gli animali domestici.

Più che al 25 aprile questa narrazione riporta alla mente l’ 8 settembre , giorno di crollo di un sentimento nazionale italiano che non è più rinato.

E dove li troveremo questa volta i partigiani per fare resistenza? Negli Ospedali e nelle rianimazioni, senza dar loro troppa rilevanza mediatica, per non disturbare l’ economia nella sua gemmazione primaverile.

Ammesso e non concesso che scegliere l’ economia rispetto alla salute sia legittimo e comprensibile, chiediamoci almeno come si pensa che possa ripartire l’ economia di un paese che, già prima della pandemia, dal 2008 e’ diviso in tre categorie sociali: i ricchi, i poveri e i nuovi poveri, quest’ ultima in costante espansione.

La spina dorsale dell’ economia italiana e’ stata sempre la borghesia, la classe media, quella con un reddito compreso tra il 75% ed il 200% del reddito medio del paese.

La classe media non esiste più, già tra 2008 e 2018 aveva perso il 10% del suo reddito ed il suo ruolo di salvagente.

Il suo indebolimento dopo una forte recessione ( in questo caso anche pandemica) è uno dei mali storici della democrazia perché quando la spina dorsale della società entra in crisi viene a mancare il fondamentale contributo al finanziamento sociale dello Stato.

I 220 miliardi profusi dalla U.E., tra Ricoveri Fund, Sure, crediti Bei e investimenti Bce, non andranno nelle tasche dei cittadini per fermare l’ erosione del potere d’ acquisto degli stipendi, di certo non a breve termine, non ci salveranno dall’ attuale destabilizzazione, dalle paure ed inquietudini che, semmai, perso l’ entusiasmo iniziale, aumenteranno la tensione sociale favorendo i populismi, come già accaduto in passato.

I piccoli commercianti e i lavoratori autonomi, i non statali, che vantaggi pratici avranno dalla Next Generation Ue? Nel presente nessuno. Certamente la ex classe media sarà invogliata a non abbassare il proprio tenore di vita, al di sopra di ogni possibilità ragionevole. Tenore di vita che buona parte del paese ha comunque mantenuto erodendo risparmi o indebitandosi con le famose “rate” del “All you can buy”. Dopo le vacanze estive, che non si negano a nessuno, aumenteranno i triturati nella “squeezed middle class” dei nuovi poveri ?

La narrazione governativa non ne parla, evidentemente i grandi statisti non possono perdersi nei dettagli. Ne parla invece il rapporto Caritas 2020 da cui si evince che i nuovi poveri (non stranieri) presentatisi per la prima volta nei centri di ascolto e di aiuto sono passati dal 31% al 45% e sono prevalentemente famiglie con minori, donne e giovani.

Pioveranno su di loro i 220 miliardi mandandoli direttamente prima al discount poi al ristorante all’ aperto?

Confcommercio e Censis dimostrano, dati alla mano, che nella seconda fase della pandemia il 42,3% delle famiglie ha visto ridurre sia l’ attività lavorativa che il reddito, il 23% ha rinunciato all’ acquisto di beni durevoli, il 48% a qualsiasi tipo di vacanza.

Nel frattempo la Next Generation e la Now Generation continuano ad essere sostenute dai nonni della Silver Economy; in parole povere le pensioni dei nonni rendono sostenibili il precariato di figli e nipoti. In Italia la previdenza è famigliare, le generazioni precedenti al 1970, che ancora avevano il dono del risparmio, suppliscono a una popolazione di poveri, giovani e meno giovani. Ma il Covid ha seriamente danneggiato questa silver economy oculata mietendo vittime tra i suoi finanziatori e, temo, continuerà a farlo.

Ma, sempre nella narrazione governativa, i sopravvissuti verrano vaccinati entro il 30 maggio, dopodiché saranno obbligati al cumulo dei redditi di pensione e lavoro per sostenere figli e nipoti.

Peccato che 1 pensionato su 3 sia un vecchio povero. I dati ISTAT sono inequivocabili: nel 2018 il 12,2% delle pensioni non arrivava a 500 euro, il 24,1% a 1000 euro, il 21,2% percepiva una pensione tra i 1000 e i 1499 euro, il 42,5% tra i duemila e i tremila euro.

Sono gli appartenenti alla terza fascia che, grazie anche ad una naturale propensione alla parsimonia, erogano gli unici fondi, tangibili e quotidiani alla Now e alla Next generations. E quell’ uno su tre vecchio e povero, non appartenendo alla Next generation rimarrà vecchio e povero, se non soccombe causa virus o complicanze.

Ricapitolando : dal 26 aprile il virus continuerà a circolare e a fare danni, favorito dall’ allentamento della tensione mediatica, infermieri e medici continueranno a lavorare senza veder aumentare degli stipendi, non degni di un paese civile, i vecchi poveri, ormai abituati, rimarranno tali e i nuovi poveri per un po’ crederanno alla manna dal cielo, manterranno il più possibile il loro tenore di vita, a rate o in leasing, ma sempre al di sopra delle reali possibilità, per poi, magari, accorgersi che nulla è cambiato ed innervosirsi prima di essere rassicurati della prossima narrazione politica.

Ma, in Italia si spera , si spera sempre, si spera troppo prima di disperarsi.

Quindi, spero anch’ io di sbagliarmi, vittima di un pessimismo cosmico ( che dopo 119.000 morti e 90.000 imprese fallite) in parte è scusabile, spero che vada tutto bene, che la narrazione sia corretta e che il futuro della Next Generation sia prospero e sano. Ma la Next popolazione esattamente quando comincia? Il Governo ha già fissato una data suggestiva? https://youtube.com/watch?v=kMx2YGkKUqQ&feature=share Consiglio di programmare figli solo dopo che verrà comunicata da fonti ufficiali.

“Viva l’ Italia

L’ Italia che lavora

L’ Italia che si dispera e l’ Italia che si innamora

L’ Italia metà dovere e metà fortuna

…Viva l’ Italia

L’ Italia che resiste”

vIVA L’ ITALIA-FRANCESCO DE GREGORI
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Pubblicato da cristinabattioni

Scrivo per imparare la strada

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