UN’ INFLUENCER DI VALORI PER LA NEXT GENERATION
di Cristina Battioni
Se questo fosse un articolo serio l’ incipit sarebbe il seguente:
Luana D’Orazio, una splendida ragazza di 22 anni muore il 3 di maggio uccisa dall’ ingranaggio di una macchina tessile nella ditta di Montemauro dove lavorava da un anno.
Ma questo è solo un “Giornale Sospeso” e la NOTIZIA non è la morte bianca di una ragazza, non solo.
La notizia è nella breve esistenza di una bellissima giovane donna, autentica e normale.
La sua scomparsa ci regala la storia di un’ incantevole ventiduenne priva di sussidi genitoriali, della possibilità di un’ istruzione universitaria ma capace di scelte difficili e di sacrifici, di vivere serenamente una quotidianità scandita dal suo lavoro in una fabbrica tessile e dal suo ruolo di mamma di un bambino di 5 anni.
Giovane, bella e mamma. Da adolescente a donna senza perdere il sorriso, senza rancori, con i suoi sogni nel cassetto e una piccola comparsata in un film di Pieraccioni. Una storia senza eccessi, senza protagonismi, senza ombre. Un bel film che meritava l’ happy end.

Mentre la cronaca ci offre ripetutamente le immagini di una gioventù impegnata in assembramenti alcolici, feste a base di cocaina, vacanze milionarie a scopo di stupro, la morte bianca di questa splendida ragazza ci spiazza ed è faticoso scriverla.
Ci testimonia che “la meglio gioventù” esiste e resiste, lontano dalle cronache, dai luoghi comuni, dai fashion bloggers improvvisati, dagli annoiati stereotipati.
Luana aveva bellezza e gioventù ma anche la consapevolezza della realtà, aveva capito che i sogni resistono ma non bastano a mantenere un figlio, non comprano cibo, pannolini, medicinali, vestitini e, tantomeno, la dignità.
Questa ragazza volata via troppo presto dovrebbe diventare l’ icona delle nuove donne di cui ci piacerebbe parlare e di cui ci si occupa troppo poco.
La normalità non fa notizia, ma adesso la normalità è talmente rara e preziosa da meritare un’ editoriale.
Io immagino Luana come l’ ha descritta, fiera e pacata, sua madre; un raggio di sole sorridente che si svegliava presto, baciava il suo bambino e partiva alle 7 da casa per percorrere 25 km e raggiungere il suo posto da operaia. Usciva con un sorriso, infilava una felpa e una bottiglietta d’ acqua nella borsa e cantava mentre guidava senza sentirsi incattivita per una vita da adulta, per le responsabilità che affrontava, con l’ energia buona della sua età.
La sua bellezza, non prorompente ma elegante e moderna, le avrebbe potuto aprire tante strade ma per il momento si accontentava di percorrere quella che da casa la portava al lavoro.

Non ci è dato saperlo ma certamente avrà avuto, come tutte le sue coetanee, delle speranze, dei desideri da realizzare; purtroppo non lo sapremo ma quello che sappiamo ci basta per ammirarla. Ancora adolescente ha fatto una scelta e se n’è assunta le responsabilità, morali e materiali.
A maggio, mese delle ragazze in fiore, lei è andata a lavorare, come ogni giorno; come la “bella addormentata” la sua primavera è stata interrotta da un maledetto fuso moderno; l’ ingranaggio di un orditoio tessile che ha reso il suo sonno, purtroppo, eterno.

Gli ultimi dati rilevati dall’ Istat testimoniano 185 morti bianche in Italia nel primo trimestre 2021; ogni giorno tre persone non rientrano a casa dopo il lavoro. Il 3 maggio una delle tre era lei.
Cio’ significa che in troppi casi i controlli, le messe in sicurezza, i corsi di preparazione effettivi, in molte aziende vengono sottovalutati o non realizzati.
La magistratura farà chiarezza, speriamo celermente, ma la storia di Luana non è solo una questione di giustizia.
Luana deve essere, a pieno merito, un faro per una generazione che ci viene rappresentata, probabilmente in modo veritiero, come vuota. Vuota di contenuti, di volontà, di ideali, di progetti e sempre, sempre giustificata.
Esiste ancora una meglio gioventù di cui nessuno parla, fino a tragiche scomparse. Le pagine dei giornali si alimentano di esempi discutibili di bamboccioni, figli di papà dediti ad una vita in vacanza tra alcol e stupefacenti o di annoiati, indolenti o violenti per colpa della Dad o del disagio giovanile.
Luana con la sua faccia e la sua vita pulita ricorda a tutti che esiste, anche se non esibita, un’ altra faccia delle nuove generazioni, quella di chi accetta un lavoro se dignitoso in nome della concretezza e dell’ autonomia, quella di chi si dedica allo studio e alla ricerca, quella che non accusa, non pretende, semplicemente si da da fare.
Purtroppo non ci sarà nessun principe e nessun bacio per risvegliarla da un destino inaccettabile; speriamo sia Lei a risvegliare i dormienti, gli annoiati, quelli a cui è tutto dovuto e nulla richiesto da una generazione di genitori, la mia, che non essendosi mai risolta, si è dimenticata di passare le chiavi di volta della realtà ai figli.
La breve storia di Luana finisce qui ma il suo esempio dovrebbe continuare, l’ unica vera influencer positiva per la “next generation” dovrebbe essere Lei.
Ps.
PER AIUTARE IL BAMBINO DI LUANA IL COMUNE DI MONTEMURLO HA ISTITUITO UN FONDO
IBAN IT 11 U030 6937 971 0000 0004 565
INTESTATO AL COMITATO MONTEMURLO SOLIDALE
CAUSALE “DONAZIONE PER LUANA”